Venerdì 29 Marzo 2024

Passione Napoli: boom di inni e parodie dedicati alla squadra azzurra

NAPOLI – Cappelletto-strofa-refrain. E via con il motivetto che, di volta, fa ammattire gli appassionati tifosi del Napoli. Canzoni e canzonette, firmate da solisti o da gruppi canori, composte per passione o quasi mai per soldi anche perché, pure volendo
, nell’era di internet dopo una manciata di secondi, finisce tutto su YouTube e la frittata (economica) è fatta. Dedicate a Cavani, Lavezzi, Hamsik e persino un primo ritornello per Victor Ruiz, giusto come gesto di benevenuto. I parolieri di questo fenomeno improvvisano i successi in quattro e quattr’otto, gettano dentro il nome di questo o quel calciatore, una marcetta e via, per effetto di una vera folgorazione.

All’inizio fu Checco Zalone. Il vero inno di Germania 2006 fu «Siamo una squadra fortissimi», re-interpretata anche da Baglioni, Venditti e Ruggeri.
E allora vai su Youtube (e oggi anche sul sito online del Mattino) e vi trovi di tutto. Clicchi ed escono 32 canzoni che hanno come oggetto il Napoli o uno dei giocatori azzurri composte negli ultimi 4 mesi. In vetta alla hit del momento spuntano le parodie e gli inni dedicati a Cavani che ha spodestato il Pocho. C’è Luca Sepe, speaker radiofonico che dedica al Matador la canzone-parodia di Le mani, quella che negli anni Ottanta cantava Eduardo De Crescenzo. Pochi mesi fa il tormentone di Sepe era dedicato al pocho Ezequiel Lavezzi sulle note di «Novembre». Così come Savio Cavalli, apprezzato con l’interpretazione dedicata sempre a Cavani di «Tu vuoi far l’americano».

E ancora Gianfranco Gallo canta «Azzurro» dedicata al momento magico del calcio Napoli, Guido Lembo dedica ai giocatori del Napoli canzoni e ritornelli e vorrebbe scrivere un inno, ma su indicazione dei tifosi. E l’inno a Lavezzi composto dal gruppo de «I Gipsy fint» e quello più recente sui tifosi del Napoli.
Scaricatissimi le cover dei «Chiattoni Animati»: il duo non se ne perde uno (di giocatore) e non perdona nessuno, compreso Quagliarella dopo il suo passaggio alla Juventus. I «remix» della coppia sono uno spasso, premiati dagli utenti, con migliaia di visualizzazione.

Tra i più cliccati anche la soubrettina Lisa Fusco: la musichetta del suo spot si è trasformata in una canzone tutta per il Napoli. E ancora spuntano i video dei Villanella che punta tutto sul momento d’oro e trasforma «Il cielo è sempre più blu» in un partenopeo «Il ciuccio vola lassu». C’è poi la ballata «etnica-folk» dedicata a Marek Hamsik che si autocandida come ipotetico inno delle curve.
Già l’inno. L’inno ufficiale del Napoli non c’è ed è difficile credere che uno di questi possa ambire a divenirlo. Il presunto inno azzurro (ma non lo è) di Nino D’Angelo (anno 1988) è il terzo video con la parola Napoli più cliccato. Non male. Dal 2003 Gigi D’Alessio dice di essere pronto a scriverlo ma al momento non c’è nessuna traccia. Poche settimana fa ci ha riprovato Peppino Di Capri (tentativo già fatto più di venti anni fa) con la sua «Grande Napoli». E da qualche settimana c’è un «Napoli vincente» scritto e interpretato da Barbato De Stefano che spopola con la sua coloratissima videoclip girata in Galleria.

Sia ben chiaro: la gente, ahimè, li ascolta, ma non li compra. Non è un grande business, quello delle canzoni per le squadre di calcio. Com’è capitato per esempio a Emilio Campassi, maestro di piano-bar: qualche giorno prima che ”el pibe de oro” approdasse in Italia compose ”Maradona ’e meglio e Pelè”. Dimenticò di registrare il pezzo e non incasso una lira. Ci riprovò quattro anno con un 45 giri con un assolo di Maradona, Bagni e Giordano. Si intitolava «La favola più bella», ma non la comprò praticamente nessuno.

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