Martedì 23 Aprile 2024

A Napoli Tarsu, Imu e Iva le tasse più odiate

Napoli, 4 giugno 2012 – Furbetti del fisco sotto la lente d’ingrandimento. A Napoli infatti è evasore un cittadino su tre e dunque il gettito reale per l’ente di palazzo san giacomo è esiguo rispetto a quello virtuale. A tirare le somme dell’evasione Made in Naples è l’agenzia delle entrate che ha riscontrato nella città partenopea una quasi connaturata riluttanza nel pagamento soprattutto della Tarsu, tassa per lo smaltimento dei rifiuti solidi urbani. Odiata da molti e pagata da pochi, la tassa porta con sé il dramma di lustri di emergenza e forse per questo i napoletani non sono esattamente entusiastici pagare per un servizio di cui per decenni non hanno usufruito. Per la tassa il comune di Napoli riesce a riscuotere appena il 60 per cento del dovuto circa 35 milioni di euro l’anno a fronte dei 65 previsti. Ma gli evasori per furbizia o necessità non disdegnano di dribblare anche Imu e Iva. La prima reintrodotta dal governo Monti come equivalente dell’ex Ici, dovrà essere pagata almeno in acconto entro il prossimo 18 di giugno dove si avrà la misura dei reali evasori della tassa sulla prima casa. Discorso a parte per l’iva, e qui c’è da dire che ad essere davvero furbi sono soprattutto i commercianti: a parità di tasse da pagare infatti, i nuclei familiari sono infatti più precisi nei pagamenti, cose che non si può dire di negozi e affini che rendono drammatico il capitolo riscossione per l’ente di palazzo San Giacomo. Per porre rimedio all’enorme gettito mancante nelle casse del comune sono già state messe in campo numerose Task Force congiunte tra istituzioni e fisco. Su quest’ultimo fronte l’istituto napoletano di riscossione sottolinea la fondamentale importanza della sinergia comune-agenzia per stanare i furbetti ed evidenziare i soggetti a rischio. Obiettivo: recupero dell’evasione ma anche snellimento delle procedure burocratiche, il tutto accompagnato ricordano dall’Agenzia delle Entrate, dal nuovo processo di mediazione tributaria attraverso cui si evita il contenzioso per le liti con valore inferiore ai 20mila euro, risparmiando così tempo e danaro.

 

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