Venerdì 19 Aprile 2024

Antiracket, a Portici cinque anni di battaglie e sessanta arresti. Vigilante: “Siamo solo agli inizi”

Portici, 20 settembre 212 – Il solco è tracciato. Un solco che può essere più profondo, più lungo. Il tragitto percorso fino ad oggi va comunque celebrato. Cinque anni trascorsi con coraggio crescente, ma anche con momenti di sconforto, di paura. La paura di non farcela. La paura del peggio. Ma la paura oggi, a cinque anni dall’istituzione dell’associazione Antiracket e Antiusura di Portici, è quasi un ricordo. Un ricordo che non può e non deve tornare. Uniti contro i signori del pizzo. Contro la camorra che infesta il presente e il futuro come ha già fatto col passato. Villa Savonarola ha offerto la location per ribadirlo. All’incontro, organizzato dal presidente dell’associazione antiracket e antiusura, Sergio Vigilante, hanno aderito, oltre a esponenti del Comune di Portici, il commissario regionale antiracket, oltre che ex questore ed ex capo della Mobile di Napoli, Franco Malvano, il presidente nazionale di Sos Impresa, Lino Busà, oltre al commissario nazionale di Governo per il coordinamento antiracket, Giancarlo Trevisone, distratto da troppe telefonate giunte dal ministero per sentire quanta strada c’è da fare. E quanta ne è stata già fatta grazie all’uomo che nelle battaglie intraprese dall’associazione ci ha messo la faccia, il coraggio, la volontà di andare avanti. “Il futuro dei tuoi figli è nelle tue mani”, recitano le prime righe della locandina che promoziona la campagna contro il pizzo. Segue l’appello: “Aiutaci a liberare il territorio”. Un territorio complicato, quello di portici, Ercolano, Torre Annunziata, Torre del Greco. Un territorio dove un tempo un onesto commerciante non si sarebbe mai sognato di denunciare un camorrista. Ma che oggi, nella sola Portici, grazie all’associazione Antiracket e Antiusura, conta 30 coraggiosi aderenti alla causa per altrettante denunce che hanno fatto scattare le manette ai polsi di 60 mandanti o emissari del racket organizzato.

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