Mercoledì 24 Aprile 2024

Casal di Principe, parroci in piazza contro gli abbattimenti

Casal di Principe, 5 ottobre 2012 – La protesta fuoco e fiamme cede il posto alle sole fiamme. Le fiamme delle fiaccole, che sfileranno stasera, a Casal di Principe. Fiaccole nel pugno di cittadini, autorità, preti soprattutto per dire “no” agli abbattimenti delle case abusive. Tutti riuniti nel “coordinamento per il riscatto” di Casal di Principe. Appuntamento alle 19,30, quando prenderà il via una fiaccolata silenziosa promossa dai parroci delle quattro chiese cittadine. Sia ben chiaro, precisano i sacerdoti-organizzatori, non è una manifestazione per difendere chi ha compiuto un’illegalità, ma è una “richiesta di dialogo con la Procura di Napoli su basi nuove rispetto ai comportamenti passati dei cittadini di Casal di Principe”. Una manifestazione organizzata dopo un incontro, nei giorni scorsi, tra i quattro parroci e il pm Donato Ceglie, il magistrato che si occupa delle case abusive. In quella sede è stato chiesto un periodo di tregua negli abbattimenti delle abitazioni così da poter trovare una soluzione per gli inquilini delle case destinate ad essere abbattute. Una richiesta vana: al primo intervento in via Borsellino, eseguito martedì 25 settembre, ne è seguito un altro, sempre in via Borsellino, tra ieri e l’altro ieri. Durante il primo abbattimento ci sono anche stati momenti di tensione tra le forze dell’ordine in assetto antisommossa e alcune centinaia di cittadini che avevano cercato di impedire con la forza, senza riuscirvi, la distruzione di un manufatto di 80 metri di proprietà di un operaio saltuario. Tra l’altro, gli stessi parroci avevano rassicurato che non ci sarebbero stati altri comportamenti violenti da parte dei cittadini casalesi. E così è stato perché quando è stata abbattuta la seconda casa abusiva, tutto è filato liscio. “Una tregua che per il momento è unilaterale”, ha dichiarato uno degli esponenti del “coordinamento per il riscatto” di Casal di Principe. In realtà, c’era stata anche una serie di controproposte: era stata programmata una raccolta di firme per chiedere che gli abbattimenti venissero attuati seguendo criteri più giusti, ad esempio cominciando da chi ha fatto l’abuso per speculare e da chi ha costruito su suolo demaniale. E poi concedendo un preavviso di alcuni giorni alle famiglie interessate in modo da poter organizzare il trasferimento dei mobili e avere il tempo di trovare una sistemazione alternativa. “Abbiamo anche sospeso una raccolta di firme in tal senso, perché ci avevano detto che l’iniziativa poteva essere di intralcio all’apertura di un dialogo da parte della Procura Generale. Ma sinora non vediamo aperture in tal senso”.

 

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