Venerdì 29 Marzo 2024

Pomigliano: Scalzone, ex leader di Autonomia operaia sfila in corteo con le tute blu della Fiat

Napoli, 10 ottobre 2012 – Invecchiato, dimagrito. Ma sempre combattivo e militante. I vecchi operai dell’Alfa Sud se lo ricordano ancora, Oreste Scalzone, mentre negli anni ’70 si aggirava dalle parti di Pomiglianosu una vecchia Fiat 500, dormiva a casa dei compagni e tra un panino e una sigaretta spiegava alle tute blu che erano lì «non per fare automobili, ma per cambiare il mondo». Oggi,a Pomigliano, quel mondo mon c’è più. Ma lui, invecchiato e senza Fiat 500, è ancora lì, al fianco degli operai. Sfila assieme alle tute blu dei Cobas, della Fiom ai metalmeccanici dell’ex Ergom che  organizzano presidi contro Monti e Marchionne . E lui, Oreste Scalzone, l’ex-leader di Autonomia operaia manifesta in prima fila  insieme alle tute blu che chiedono «la drastica riduzione dell’orario di lavoro a parità di salario».Scalzone è stato fondatore ed esponente delle organizzazioni politiche extra-parlamentari Potere operaio e Autonomia operaia. Nel 1968, insieme a Franco Piperno, guida i movimenti studenteschi e partecipa agli scontro di Valle Giulia, che segneranno una svolta nella contestazione politica. In quell’anno rimane ferito gravemente alla spina dorsale, colpito da un banco lanciato dall’ultimo piano della facoltà di Giurisprudenza. Tra il ’68 e il ’69, l’uomo che oggi sfila insieme agli operai Fiat frequentava Parigi, stabilendo contatto con il movimento studentesco del maggio francese. Nel 1973, è lui stesso a riferirlo, contribuì a organizzare  la fuga all’estero dei membri di Potere operaio condannati per omicidio preterintenzionale del Rogo di Primavalle. L’attentato mandò però in crisi il movimento, che venne sciolto. E Scalzone aderì ad Autonomia operaia. Scalzone nel 1981 viene condannato a 16 anni di reclusione. Nello stesso anno, approfittando della libertà provvisoria ottenuta grazie a problemi di salute, fugge in Corsica con l’aiuto dell’amico Gian Maria Volonté. Parigi in quegli anni dà rifugio ai ricercati italiani applicando la visione del Presidente François Mitterrand, secondo cui è vietata l’estradizioni per atti di natura violenta, ma d’ispirazione politica (dottrina Mitterrand). Scalzone rimane a parigi fino al 2007, quando, in seguito alla prescrizione dei reati, torna in Itala senza dover scontare la pena.

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