Giovedì 28 Marzo 2024

Crollo di Palazzo Guevara, i periti: “Colpa dei lavori del metrò”

crollo_rivieraNapoli, 30 luglio 2014 – La sensazione fu urlata fin dalla prima ora dagli stessi residenti. Il crollo di Palazzo Guevara di Bovino è stato provocato dai lavori della linea del metrò. Ipotesi accarezzata da subito dagli inquirenti, che a quasi un anno e mezzo da quella strage sfiorata, tramutano quel teorema in una sfilza di accuse: lavori eseguiti male, segnali di avvertimento inascoltati, uniti a una condotta negligente di chi doveva eseguire e controllare i lavori. Perché quel palazzo, in buone condizioni strutturali, non sarebbe crollato. Una conclusione a cui chi indaga è giunto al termine di una serie di accertamenti eseguiti nel cantiere della linea 6 della Riviera di Chiaia. E’ a ridosso di questo cantiere che, il 4 marzo 2013, è crollata un’ala di Palazzo Guevara di Bovino. Secondo i periti nominati dalla Procura, i lavori dell’Ansaldo non sarebbero stati eseguiti a regola d’arte. Nella perizia si legge: “Alle 8 del 4 marzo 2013, in concomitanza con la ripresa degli scavi, si è aperta una falla in corrispondenza del giunto dei due setti, attraverso la quale si è verificata una copiosa venuta di acqua e di terreno all’interno della stazione”. Fin qui il danno provocato, ma il disastro è conseguenza di ciò che si legge più avanti: “Nel tentativo di arginare tale violento ingresso di fango il cui volume aumentava con estrema intensità e rapidità – scrivono gli ingegneri incaricati – le maestranze impegnate hanno provveduto prima a tamponare la falla mediante sacchi di iuta riempiti di terreno, poi accumulando materiale arido a ridosso delle paratie. La improvvisa fuoriuscita dell’acqua dalla falla  –  continua la relazione  –  e l’imponente trasporto di terreno hanno comportato una significativa riduzione del grado di addensamento del sottosuolo tra le paratie e la cortina dei fabbricati esistenti lungo la Riviera di Chiaia”. L’effetto è che il terreno risucchiato dalla falla crea un vuoto sotto i palazzi. Le conseguenze di tutto questo sono il film del crollo, anche perché, come si legge ancora nella relazione, “l’area maggiormente interessata è quella dell’edificio alla Riviera di Chiaia 72, che ha subito consistenti cedimenti”. Dunque la conclusione: “le opere eseguite per la realizzazione della stazione Arco Mirelli della metropolitana linea 6 hanno compromesso la statica dell’immobile”. Si poteva evitare? Forse sì. Bastava interpretare un sintomo su tutti: la voragine che si aprì sul marciapiedi il 26 ottobre del 2009.

(giupor)

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