Sabato 20 Aprile 2024

Pensionato ucciso per errore durante un conflitto a fuoco a Portici. Il 75enne nel mezzo di un inseguimento tra centauri armati

bottariPortici, 28 luglio 2014 – E’ accaduto ancora. E’ capitato ancora una volta ad un innocente trovarsi nella traiettoria di proiettili destinati a qualcun altro. Nel conflitto a fuoco tra criminali, ci ha rimesso la vita questa volta un pensionato di 75 anni. Si chiamava Mariano Bottari (nella foto), abitava a due passi da dove le immagini immortalano il suo corpo coperto da un lenzuolo bianco. Mariano si era recato a fare la spesa ad un vicino alimentari e non è più rientrato. Sono le 11 in via Scalea, periferia di Portici, a un centinaio di metri dal quartiere napoletano di San Giovanni a Teduccio. Cammina verso casa quando, alle sue spalle, spuntano due scooter. Sul primo, viaggia l’uomo da uccidere. Su quello che insegue, i due aspiranti killer del primo. Il passeggero del secondo ciclomotore impugna una pistola. Preme il grilletto. Più volte. Un proiettile centra al volto il povero 75enne, che nel frattempo non ha trovato il tempo di mettersi al riparo. Un colpo solo. Mortale. Mariano si accascia. Si renderà inutile ogni soccorso. Sulle prime, si è pensato ad un agguato. Ma è bastato scandagliare il passato dell’uomo per fugare ogni dubbio. Bottari non ha mai avuto guai con la giustizia. Ex militante Pci, vive con una pensione per nulla d’oro e con una moglie invalida e da anni costretta sulla sedia a rotelle. Né hanno mai avuto alcun problema i sei figli dell’uomo. I carabinieri, a cui sono affidate le indagini, sono certi: “Si è trovato nel posto sbagliato al momento sbagliato”. Sulla dinamica e sul conflitto a fuoco che ha visto protagonisti tre-quattro giovani su due scooter, convergono le testimonianze. Resta da capire il movente della sparatoria. E se il vero obiettivo andava eliminato per uno sgarro alla mala di zona. O se – ipotesi che non viene scartata – si sia trattato di un tentativo di rapina. L’unica certezza, al momento, è che Mariano Bottari non c’entrava nulla. E’ stato assassinato da un proiettile vagante. Come accadde per Vincenzo Liguori, ucciso non distante da qui, a San Giorgio a Cremano, centrato da un proiettile esploso durante un agguato davanti alla sua officina. Era il 13 gennaio del 2011. O come, prima ancora, Annalisa Durante, ammazzata a 14 anni da un colpo di pistola esploso da un rampollo dei Giuliano durante una sparatoria a Forcella. Era il 27 marzo 2004. O come Silvia Ruotolo, assassinata per aver visto in volto un killer durante un conflitto a fuoco. Era l’11 giugno del 1997. Monumenti, iniziative, piazze intitolate, borse di studio e vent’anni di convegni in memoria delle vittime innocenti non hanno fatto altro che produrre un altro morto ammazzato per caso.

(giuseppe porzio)

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