Mercoledì 24 Aprile 2024

Ospedale Loreto Mare di Napoli Le barelle della vergogna

Napoli, 09 marzo 2011 – La doppia fila questa volta non è una sosta tutta napoletana. Ma il fenomeno è pur sempre atavico da queste parti. Eccoli in sosta, come auto abbandonate, i degenti di ogni età nel parcheggio, chissà quanto legalizzato, ricavato nei reparti del Loreto Mare. Barelle che stazionano nei corridoi, dove anche per passare, come accade quando le strade sono intasate dalla sosta selvaggia, bisogna tenere conto di un senso unico alternato. Questo è il reparto di Medicina, al terzo piano del nosocomio di via Vespucci. Lettighe di fortuna sistemate per una trentina di pazienti, conto approssimativo perché si aggiorna di ora in ora. In tutto, ra barelle e posti letto, si contano 51 pazienti, serviti da cinque infermieri per turno. Un suk, più che un ospedale, dove l’aria è irrespirabile e dove è sistematico percorrere gli spazi zigzagando tra buste con dentro beni di prima necessità e bottiglie di acqua minerale. “Quella delle barelle è un’emergenza atavica – dichiara Franco Patrociello, segretario Ugl Sanità Campania – il piano rientro regionale della sanità, con gli accorpamenti di presidio ospedaliero, non farà che incrementare questa emergenza”. Sale intanto il numero dei ricoverati di fortuna. E sale, inevitabile, la tensione di degenti e loro parenti. Per stemperarla, non basta quel nugolo di sanitari a disposizione. Né, se la situazione dovesse esplodere, come spesso accade tra le mura del Loreto Mare, serve a qualcosa la presenza di quelle guardie giurate il cui compito si limita a regolare il flusso all’ingresso. Perché il drappello di polizia istituito fino quattro anni fa, fu cassato per ordine dell’allora questore Oscar Fioriolli. “Non si può affidare la gestione dell’ordine pubblico negli ospedali a vigilantes senza poteri di polizia”, afferma ancora Patriciello, secondo il quale “è necessario riaprire i drappelli e tenerli in funzione 24 ore su 24, soprattutto nelle ore notturne, quando sono più frequenti gli episodi di aggressioni ai danni di medici e infermieri”.

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