Shopper di plastica “contraffatte”

Napoli, 2 marzo 2011 – Che il mercato del falso fosse diffuso sul territorio di Napoli, lo si poteva immaginare, ma che potesse estendersi anche a comuni buste di plastica sembrava meno credibile. Eppure, dopo il provvedimento amministrativo, che vietava ai commercianti di distribuire sacchetti non ecologici, qualcuno ha pensato alla contro mossa. Una busta “Finto-biodegradabile”, del tutto simile a quella realizzata con i derivati del mais o di altri prodotti naturali, ma decisamente non ecologica, come vorrebbe invece il rispetto della norma. Il motivo, quasi sicuramente, il costo di ogni pezzo, decisamente inferiore visto che per un pacco di 700 pezzi, i commercianti che le utilizzano risparmierebbero fino a 4 euro. Ma non solo. Perché oltre alle buste fasulle, ci si aggiunge anche una differenza tra le stesse shopper in regola. Ci sono, infatti, sia quelle completamente biodegradabili, ma anche quelle non adatte al compostaggio, e su questo, per ora, la legge non ha ancora fugato i dubbi. Tutte e due, per ora, possono essere utilizzate dai commercianti, ma in futuro una delle due potrebbe anche essere tolta dal mercato provocando danni economici a chi intanto le ha acquistate. Proprio per questo, gli esperti, rilanciano sull’importanza della borsa in tela. Già utilizzata da numerose famiglie, consente di eliminare la fase di scarico nei contenitori, essendo riutilizzabile e quindi sempre fruibile da parte dei consumatori che affollano negozi, centri commerciali o mercatini rionali.