Venerdì 26 Aprile 2024

Fincantieri, due città in guerra

Napoli, 24 maggio 2011 – Le sirene di guerra echeggiano da mesi. E la battaglia è cominciata con l’annuncio del piano anti-crisi. Tradotto sul locale, lo stabilimento Fincantieri di Castellammare di Stabia chiuderà. Decisione assunta dai vertici dell’azienda leader in campo navale, alla base della protesta delle tute blu stabiesi che hanno assaltato la sede del Comune di Castellammare. In quegli stessi frangenti, oltre 200 operai hanno messo in atto un sit-in davanti al portone di Palazzo di città. All’interno, il caos più assoluto: vetri rotti e marmi dello scalone d’ingresso staccati. I fascicoli dei documenti del Consiglio comunale sono stati lanciati nell’androne del Palazzo e nella piazza antistante il Municipio. Contro il sindaco, Luigi Bobbio, scritte sui muri. Tanto che la Prefettura gli ha assegnato una scorta. Nonostante le parole di solidarietà spese dal primo cittadino, che ha invocato la testa dell’amministratore delegato di Fincantieri. Gli operai hanno poi raggiunto la strada statale 145 Sorrentina e, al bivio di Pozzano, hanno bloccato il traffico tra Castellammare e Vico Equense. Contemporaneamente le tute blu liguri di Riva Trigoso, altro stabilimento interessato da tagli al personale, hanno bloccato l’ingresso dell’autostrada A12 di Sestri Levante. Sulla questione campana è intervenuto anche il governatore Caldoro che ha convocato a Palazzo Santa Lucia una delegazione di rappresentanze sindacali Fincantieri, insieme col sindaco Bobbio. Riorganizzazioni e ristrutturazioni, queste le parole d’ordine nella sede romana di Confindustria durante l’incontro tra il managment e i sindacati. A partire dai tagli. L’azienda ha infatti messo in atto riduzioni di personale a partire dai cantieri maggiormente deficitari. A chiudere, oltre a quello di Castellammare, sarà anche lo scalo di Sestri Ponente mentre sarà ridimensionato quello di Riva Trigoso. Andrà a casa il 30% della forza lavoro attualmente impiegata nel gruppo che oggi conta 8.500 persone per 8 cantieri. 663 sono le unità attive nel cantiere di Castellammare già in cassa integrazione a rotazione da un anno e mezzo. Con l’indotto saranno oltre 2.000 le famiglie private di un reddito.

 

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