Napoli, 8 ottobre 2011 – Sono state ribattezzate morti bianche. Sono quelle di chi perde la vita sul posto di lavoro. A volte per una tragica incontrollabile fatalità, molto più spesso per l’incuranza, la superficialità e la pratica devastante di lavorare a nero. Senza controlli, senza danaro adeguato. Fuori dal numero di lavoratori inquadrati, sono coloro che riempiono le fila del lavoro sommerso e che non esistono per lo stato. In Campania il tragico fenomeno delle morti sul luogo di lavoro registra dati allarmanti: secondo alcune indagini, nel 2010 i casi nella nostra regione sono stati 44. Dall’inizio del 2011 sono già 23, 25 se si aggiungono le due vittime di ieri. I luoghi più rischiosi sono i cantieri, soprattutto quando si lavora privi delle necessarie protezioni di sicurezza e i campi agricoli. Le fasce più a rischio sono quelle tra i 40 e 45 anni e oltre i 50. Ad inizio anno la prima morte è avvenuta in Irpinia. Nello scorso anno le morti più frequenti accadute sul lavoro, sono state nella provincia di Napoli, seguita da Caserta, Salerno, Benevento ed Avellino. Molte le iniziative a sostegno della sicurezza sul lavoro messe in campo dall’amministrazione regionale della Campania anche se la strada da percorrere è ancora lunga.
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