Napoli, 19.10.2011
Senza scorta perché mancano i fondi, i pubblici ministeri del pool antimafia di Napoli fanno partire un avvertimento-diffida nei confronti del procuratore generale Vittorio Martusciello, del procuratore capo Giovandomenico Lepore e del prefetto Andrea de Martino. I magistrati Catello Maresca, Cesare Sirignano e Enzo d’Onofrio fanno sapere di avere bisogno della scorta per la necessità di uscire nelle ore serali. Dalla scorsa settimana tutti e tre sono sotto protezione a metà servizio e cioè solo fino alle 18.15, per permettere agli autisti delle auto blindate di rientrare in ufficio e marcare tassativamente entro le 19.30, perché non ci sono soldi per gli straordinari. La comunicazione dei magistrati anticipa una possibile denuncia per interruzione di pubblico servizio e abuso d’ufficio. Il pericolo per i pm è sempre dietro l’angolo per il fatto stesso di essere in prima linea. Rischiano ogni giorno di incontrare le persone che mandano a processo e in galera o i loro familiari, gente dei casalesi, per intenderci, e senza scorta sono costretti in pratica ad una prigionia. Pur volendo però gli uffici di polizia non possono sostituirsi ai dipendenti del ministero della giustizia e la auto blindate possono essere guidate solo da questi ultimi. Utilizzare un auto non sicura non avrebbe poi alcun senso. Dal procuratore generale Martusciello arriva la preoccupazione per la pericolosa esposizione dei magistrati e prepara un progetto d’emergenza d’intesa con il comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza. Provvedimento che egli stesso ammette è comunque solo limitato nell’immediato e non risolve la paradossale situazione dei magistrati.
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