Lunedì 29 Aprile 2024

Lavezzi: “Conoscevo Lo Russo, ma come ultrà”

Napoli, 8 novembre 2011 – Calcio e camorra. Il filone, che si è aperto dall’indagine della Dia sul riciclaggio di denaro del clan Lo Russo in uno dei ristoranti più in voga del lungomare di Napoli, si arricchisce di nuovi particolari. “Conoscevo Antonio Lo Russo come capo ultrà”. È quanto l’attaccante del Napoli, Ezequiel Lavezzi, ha raccontato ai magistrati durante la deposizione dello scorso 8 settembre i cui verbali sono stati depositati insieme alle audizioni a Mario Balotelli, attaccante del Manchester City, ascoltato dagli inquirenti per il tour a Scampìa in cui fu accompagnato proprio da Iorio, titolare del ristorante Regina Margherita, e in carcere dal giugno scorso con l’accusa di riciclaggio di denaro proveniente dalle attività del clan Lo Russo. L’interrogatorio a Lavezzi è ruotato attorno ai suoi rapporti con Iorio e Antonio Lo Russo, figlio del boss ora latitante. Ai pm Parascandolo e Amato, Lavezzi avrebbe raccontato di non essere al corrente dei presunti rapporti tra l’imprenditore e l’ex boss, oggi pentito, Salvatore Lo Russo. Quando però i magistrati gli hanno mostrato alcune foto, l’attaccante ha riconosciuto Lo Russo Junior precisando di averlo incontrato come capo ultrà e di aver saputo solo dai giornali che era ricercato. Una veste, quella di capo della tifoseria, in cui l’uomo sarebbe andato anche a trovarlo a casa. E proprio Antonio Lo Russo, la cui fotografia a bordo campo durante la partita Napoli-Parma dell’aprile 2010 fece il giro del web, avrebbe fatto esporre allo stadio uno striscione che incitava Lavezzi a restare a Napoli quando si parlava di una possibile cessione. Nel verbale di Lavezzi si leggono anche alcune dichiarazioni sull’ex capo della squadra mobile, Vittorio Pisani, coinvolto anch’esso nell’inchiesta con l’accusa di favoreggiamento. Il calciatore ha infatti raccontato di aver visto qualche volta l’ex poliziotto e di lui ha detto “Veniva chiamato “capo””.

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