Napoli, 8 novembre 2011 – Gli ingredienti ci sono tutti per una vicenda dai rivolti davvero inquietanti. Dietro la cupa emergenza rifiuti, la scientifica spartizione di tangenti e assunzioni clientelari. Ma nell’inchiesta della procura di Napoli sulla passata gestione dell’Asia spuntano anche i soldi dati ad un sindacalisti sta per ottenere la tranquillità della piazza. Quale? Quella della moltitudine di precari e lavoratori a tempo determinato che negli anni hanno riempito le cooperative, spesso inutili, del sistema della raccolta dei rifiuti. Si parla di una tangente di circa 100 mila euro, finita nelle tasche di un sindacalista di una sigla autonoma. Somma data in due trache. Ottantamila euro una volta, giustificati tramite un giro di false fatturazioni e 20 mila un’altra; soldi finiti poi sul conto di un congiunto del rappresentante sindacale. Sottile e preciso il lavoro del sindacalista che avrebbe garantito la tranquillità di alcune sigle di precari, accodandosi però in modo clandestino a suon di quattrini. Cosi la procura ha richiesto ed ottenuto il sequestro preventivo dei 100 mila euro dai conti correnti del sindacalista in questione, legato a doppio filo con un altro protagonista delle inchieste napoletane: Giovanni Faggiano ex ad di Enerambiente, la ditta per anni fornitrice di servizi per l’Asia. Il dirigente finì in manette insieme ad altri vertici dell’azienda, per le mazzette versate per comprare sindacalisti e rappresentanti di Asia per ottenere un appalti redditizi.
RSS feed for comments on this post. TrackBack URL