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Sabato 27 Luglio 2024

Cassazione: politici “parassiti”, servono prove per scriverlo

Napoli, 28 dicembre 2011- Non è scontato che tutti i politici siano dei ‘parassiti’ e chi, in un articolo o in un discorso, vuole usare questa espressione del “folclore giornalistico” lo può fare solo se argomenta con dati di fatto la scelta del termine. Altrimenti finisce che gli onorevoli ‘parassiti’, oltre ai noti lauti compensi, incamerino pure il risarcimento dei danni morali per essere stati vittime del diffamante paragone. Lo sottolinea la Cassazione che ha confermato il diritto al risarcimento per due deputati campani del Pdl – Gennaro Coronella e Mario Landolfi – descritti, appunto, come ‘parassiti’ su un giornale locale di Salerno. Nell’articolo incriminato – del 2003 – si parlava della situazione di degrado sociale del meridione prendendo ‘spunto’ da fatti di cronaca riguardanti il suicidio e tentato suicidio di alcuni giovani disoccupati. I responsabili venivano indicati nei due onorevoli mangiatori a ufo che “portano a casa un mucchio di soldi al mese” e che vengono eletti in una terra dove “vota anche la camorra”. Valutando lo scritto, la Cassazione – sentenza 48553 – osserva che “il corretto esercizio di critica avrebbe anche consentito di indicare i due parlamentari come responsabili (morali) dei tragici gesti”. “Sarebbe persino stato possibile – ammette la Cassazione – giustificare come espressione di ‘folclore giornalistico’ la attribuzione del termine ‘parassita’ a uomini politici che, ben remunerati, siano (o appaiano all’autore dell’articolo) come percettori di un compenso immeritato, in quanto sproporzionato (per eccesso) all’impegno profuso e ai risultati ottenuti”. “Ma tali severi giudizi – bacchetta la Suprema Corte – avrebbero dovuto essere espressi all’interno di un percorso argomentativo e come corollario di un ragionamento che, viceversa, nel caso in esame, manca del tutto”. In conclusione, per la Cassazione, correttamente la Corte di Appello di Salerno – nel 2007 – ha condannato per diffamazione il giornalista ‘reo’ di non aver chiarito perché ha chiamato in causa i due onorevoli per i “tragici episodi” senza spiegare, inoltre, quali sono le responsabilità di Coronella e Landolfi, “politiche, morali e di qualsiasi altra natura”, per “il degrado del meridione e per il dilagare del potere della camorra”. Nonostante la prescrizione del reato, rimangono confermate le statuizioni civili relative al risarcimento dei danni morali patiti per l’epiteto dai due parlamentari.

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