Venerdì 19 Aprile 2024

Il mercato auto è in crisi e la Fiat chiude Pomigliano per due settimane

Napoli, 18 luglio 2007 – Il mercato delle auto registra il suo picco più drammatico. E, per ora, ne faranno le spese i lavoratori dello stabilimento di Pomigliano d’Arco. Oltre duemila se ne torneranno in cassa integrazione per due settimane: in giorni lavorativi se ne contano dieci. Laconico e preciso il comunicato del Lingotto che gela la vecchia fabbrica campana: “Per lo stabilimento di Pomigliano, in salita produttiva dall’inizio dell’anno – si legge non era stato fino ad oggi necessario alcun intervento. Oggi, però, la situazione impone di ridurre la produzione per evitare inutili e costosi accumuli di vetture. Dopo la chiusura estiva la fabbrica si fermerà per due settimane, dal 20 al 31 agosto”. In cassa integrazione ordinaria saranno messi, per la precisione, 2.150 lavoratori. La situazione resterà comunque monitorata anche con il rientro a settembre. Il comunicato precisa pure: “I dati del mercato automobilistico europeo (-6,30 per cento nel primo semestre dell’anno) e di quello italiano in particolare (-24,4 per cento a giugno e -19,7 per cento nel primo semestre) confermano che la crisi delle vendite non accenna a fermarsi. In Italia il mercato, che si posiziona oggi sui livelli del 1979, sta penalizzando Fiat soprattutto nel segmento delle city car dove, con Panda e 500, detiene circa il 60 per cento di quota”. Insomma, le ragioni della parentesi di chiusura sono tutte contenute in queste cifre. Che travolgono Pomigliano proprio mentre è in atto una nuova battaglia Fiom-Lingotto, dopo che il Tribunale di Roma ha condannato la Fiat per discriminazioni contro il sindacato dei metalmeccanici a Pomigliano: 145 lavoratori con la tessera del sindacato di Maurizio Landini dovranno essere assunti nella fabbrica. Sentenza contro la quale da Torino hanno già presentato ricorso. Ma l’eco della crisi va oltre. E’ infatti in corso nello stabilimento Fiat di Piedimonte San Germano, presso Cassino, uno sciopero per contestare l’ipotesi di accorpamento della fabbrica con quella di Pomigliano.

 

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