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Venerdì 26 Luglio 2024

Il boss con licenza di uccidere plurigraziato da burocrazia e malagiustizia

 

Napoli, 5 gennaio 2013 – Se fosse vero l’adagio del “non c’è due senza tre”, allora ci sarebbe da giurare che Antonio Mennetta, in arte ’o nino, potrebbe tornare libero per la terza volta. Graziato, ancora, dalla burocrazia, dai ritardi, dagli incartamenti. Il capo dei killer dei girati, l’uomo che vorrebbe diventare l’imperatore di Scampia, aveva già ottenuto due vittorie con altrettante scarcerazioni in poco più di un anno. Un’assoluzione, un “annullamento con rinvio”, un nuovo processo da celebrare. Il nino, 28 anni e una carriera in ascesa, le sue intenzioni le aveva rivelate già in carcere. Anno 2007, in cella soleva far sapere: “Quando esco li faccio uccidere tutti quanti”. E non è un caso che il pool antimafia di Napoli faccia risalire a questo giovane capo del gruppo della Vanella Grassi tutti i delitti firmati dal suo gruppo. “C’è la sua testa dietro a tutti gli agguati messi a segno dalla Vanella Grassi negli ultimi mesi”, sostengono gli inquirenti. Dunque, chissà quanti morti ammazzati in meno si sarebbero registrati se burocrazia e malagiustizia non gli fossero state complici. E dire che quando l’hanno arrestato per la prima volta – correva l’anno 2004 – Mennetta, aveva 19 anni e in carcere c’è rimasto fino al 2010. Con il superkiller Ugo De Lucia, era accusato di aver eliminato Biagio Migliaccio. Delitto per il quale Mennetta è stato condannato in primo grado, ma assolto in appello. La Procura generale fa ricorso e la Cassazione annulla con rinvio. Due anni e mezzo sono intanto trascorsi e  il processo non è stato ancora fissato. Eppure le informative dell’Arma ritengono che nino sia “componente di importanti gruppi di fuoco dei Di Lauro”. Scarcerato il 9 dicembre 2010, Mennetta torna ad ammazzare. Il 14 aprile 2011 c’è la sua mano nel delitto di Antonello Faiello: spara nell’occhio del nemico e allo stesso tempo “salva”, attirandolo a sé, Raffaele Di Lauro, rampollo del noto clan di cui vuole divenire alleato. 30 maggio 2011, ancora un arresto per camorra. 15 giugno, meno di un mese più tardi, il Riesame lo scarcera. Un anno più tardi: 22 luglio 2012, Mennetta viene arrestato dai carabinieri, accusato di associazione e droga. In carcere a Palermo incontra un affiliato a cui passa sottobanco un pizzino indirizzato a uno zio. Si legge: “Li faccio uccidere tutti quanti”. Non passano 48 ore che il gip non convalida il fermo sostenendo che non ci sono prove che avvalorino l’accusa di traffico di droga. Mennetta torna libero. Libero di ammazzare e ordinare omicidi.

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