Giovedì 18 Aprile 2024

Carabinieri reporter per la mappatura delle buche di Napoli

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Napoli, 3 aprile 2013 – Per una mappatura completa delle buche a Napoli, i carabinieri si sono improvvisati fotoreporter. Una pattuglia per ogni stazione, munita di macchinetta digitale, ha fotografato ogni buca, voragine o avvallamento presente sull’intero territorio di Napoli. Il censimento ora è completo ed è a disposizione della Procura di Napoli. Un fascicolo aperto nelle settimane scorse e affidato al pm Stefania Buda. La mappa è precisa, perché ogni buca è indicata con una precisa storia personale. Perché ci sono buche nate da poco, ma pure buche che sono vecchie di mesi, se non di anni. Voragini storiche, che talvolta vengono tappate alla buona, ma subito si riaprono. E che, nella loro storia, ne hanno provocato di incidenti. L’intento del magistrato è proprio questo: comprendere se le buche non sono mai state riparate o se invece sono state chiuse alla meglio e per questo si sono subito riaperte. Il tutto da confrontare, ovviamente, con i dati sugli incidenti che sarebbero stati provocati proprio da quelle stesse buche. Un incrocio a cui stanno provvedendo gli stessi carabinieri, attraverso i referti degli ospedali cittadini. Non è difficile immaginare infatti che, per risarcire quanti hanno riportato traumi a causa degli avvallamenti nel manto stradale, il Comune di Napoli abbia speso un bel po’ di quattrini. Si pensi al solo costo degli esami diagnostici necessari in casi del genere. Gli elementi forniti dai carabinieri si aggiungono ai molti già raccolti dagli inquirenti: nelle scorse settimane, infatti, il pm aveva sentito molte persone, tra cui l’assessore alla Viabilità, Anna Donati, e l’ex city manager Silvana Riccio. I dati potrebbero essere dunque sufficienti per un primo bilancio dell’inchiesta e una conseguente iniziativa giudiziaria. C’è poi il filone dei ritardi. Nei giorni scorsi da Palazzo San Giacomo è stata approvata una delibera per gli interventi d’urgenza, con uno stanziamento di 850.000 euro per le strade primarie e 400.000 euro per quelle secondarie. La domanda a cui gli inquirenti cercano di dare una risposta è: forse era possibile fare prima questo maxi-intervento, evitando una lunga serie di incidenti più o meno gravi. Dall’inchiesta infatti è emerso che dal 2011 la manutenzione stradale, affidata a Napoli Servizi, o non è stata fatta o è stata fatta abbozzata. Negli anni precedenti, quando incaricate di riempire le buche erano alcune ditte specializzate.

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